Il caso Courrier by Marta Morazzoni

Il caso Courrier by Marta Morazzoni

autore:Marta Morazzoni [Morazzoni, Marta]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788823517080
Google: dNccDQAAQBAJ
editore: Guanda
pubblicato: 2016-09-28T22:00:00+00:00


22.

LE costò moltissimo, povera ragazza. Così com’era la situazione, niente poteva passare in secondo piano e lei, soprattutto, sarebbe stata nell’occhio del ciclone. Al battesimo sarebbero venuti tutti, compresi gli abitanti del villaggio di provenienza di Madame Courrier, e non sarebbe stata una cerimonia tranquilla. Il dettaglio del vestito cominciò a spaventarla, tanto più che Agnès avrebbe sfoggiato tutta la sua superiorità, mentre Germaine non aveva la più pallida idea di quel che dovesse fare per reggere il confronto. Se Alphonse avesse voluto entrare nel merito, le avrebbe forse suggerito di non curarsi di confronti di sorta; ne sarebbe comunque uscita perdente e ridicola. Ma nessun uomo in genere dà mai un simile consiglio a una donna, e nessuna donna lo ascolterebbe. Eppure lei aveva una tale ammirazione per colui che l’aveva cacciata in quel pasticcio, che una sua parola sarebbe stata vangelo e si sarebbe presentata alla cerimonia col grembiule di cucina, se Alphonse glielo avesse suggerito.

Fu invece la signora Courrier a chiamarla a casa, due giorni dopo l’episodio che sappiamo. Le chiese di venire da sola e di non dare troppa pubblicità al loro incontro.

«Mi sembra che tu abbia accettato la… proposta di mio marito», esordì la signora con qualche irrigidimento nella voce e con un residuo filo di speranza; sola davanti a lei, senza protezione alcuna, la ragazza poteva ancora cedere, spaventarsi dell’enormità dell’impegno preso. La signora Courrier si trovò a pregare a fior di labbra, come quei vecchi che parlano da soli.

«Sì.» Germaine non avrebbe avuto più fiato per altro, ma il suo assenso non lo ritrattava per nessuna ragione al mondo.

«Bene», disse Agnès. «Bene. Allora dobbiamo fare le cose al meglio, dal momento che dobbiamo farle.» Si rendeva conto, Agnès, di opporsi dal profondo del cuore alla realtà; persino le parole le uscivano scarse, rifiutavano di evolversi in un discorso.

«Hai idea di quello che ti metterai? Del resto, qualsiasi cosa ti metta, ti prego di non essere vistosa. È una cerimonia religiosa.» Così poteva rivolgersi a un buon selvaggio che non conoscesse gli usi e i costumi di un paese cattolico; non a una ragazza di paese che, nella sua inesperienza, in chiesa andava regolarmente e aveva una madre bigotta.

Germaine deglutì. «Ho un vestito nero», disse.

Agnès rivolse gli occhi al cielo: il vestito da lutto, quello che da una certa età in su ogni donna tiene a portata di mano per qualsiasi evenienza: un paese ne ha sempre qualcuna di tali evenienze da offrire. «Ti darò qualcosa di mio», concluse di fretta, ed ebbe appena il tempo di stupirsi della risposta di Germaine: «Non credo, signora. Io sono più alta di lei».

Era vero; anzi, per dirla sino in fondo, era più alta e più sottile.

«Se non hai che un vestito nero… Volevo qualcosa di meglio per la madrina di mio figlio. Comunque quello nero sarà meno peggio di… Insomma, fai quello che vuoi», disse, sconfitta.

Mentre Germaine stava varcando la soglia di casa Courrier, ad Agnès venne voglia di colpirla alle spalle e le sue mani strinsero, inavvertitamente, il lungo manico di una pentola di ferro appoggiata sull’acquaio.



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